SABATO 8 OTTOBRE ORE 19.30
Immagini: George Haddad, Valeria Lonati, Francesco Mazzucotelli, Armin Stähli, Oriana Villa.
Intervengono: Francesco Mazzucotelli, Khaled Soliman Alnassiry, Matteo Villa.
Parlare di Palestina e di palestinesi non è facile.
Perché puoi essere accusato di essere estremista, di essere “troppo di parte”, di “giustificare il terrorismo”, di non essere “politicamente corretto”. Di interessarti all’argomento per ideologia o, semplicemente, per moda.
Perché il conflitto israelo‐palestinese è la storia di due popoli che hanno costruito i propri progetti nazionali sulla base di due traumi inauditi e irrisolti; e la loro identità rimane definita dal dolore, dalla rabbia, dalle recriminazioni reciproche e dalla paura dell’annientamento.
Perché il conflitto israelo‐palestinese non è solo una questione di confini, di terreni, di case, di ricchezza e di miseria; ma si è ammantato, nel corso di sessant’anni, di connotazioni religiose, ideologiche e simboliche che hanno impresso un’immagine indelebile sulla storia recente del Medio Oriente e sui rapporti tra il mondo musulmano e l’Occidente.
Perché, per qualcuno, la Palestina non dovrebbe esistere come stato davvero indipendente.
Perché, per molti, la violenza sembra essere l’unico linguaggio per esprimersi e farsi valere.
Perché non è affatto facile parlare di speranza e di pace a chi è stato cacciato dalla propria terra e vive senza i più elementari diritti in luoghi che sembrano grandi prigioni a cielo aperto.
Noi vogliamo parlare di Palestina e di palestinesi.
